domenica 28 ottobre 2012

Nella scuola con stile, per costruire il domani

DOCUMENTO FINALE CONVEGNO NAZIONALE INSEGNANTI

In un tempo di rapidi cambiamenti che mutano scenari, incrinano certezze e affievoliscono speranze sul futuro, gli insegnanti di Azione Cattolica si sono riuniti a Roma per una giornata di confronto sulla scuola e sull’essere insegnanti oggi.

Abbiamo voluto guardare il mondo della scuola, in cui quotidianamente lavoriamo, con l’occhio critico e sincero della realtà vissuta, e con il desiderio e l’attenzione di chi ama la scuola e si spende per renderla migliore di com’è.
Affidiamo queste nostre attese a tutti coloro i quali condividono la passione per l’educazione, la formazione, la possibilità di aiutare e aiutarsi reciprocamente a crescere verso quella pienezza di umanità che, a seconda delle personali convinzioni e sensibilità, si definisce realizzazione di sé, felicità, santità.

La prospettiva da cui muove la nostra riflessione è quella della professione: di quali insegnanti hanno bisogno oggi i ragazzi, i giovani, le famiglie, la società? E allo stesso tempo: quale contributo possono offrire gli insegnanti affinché il “tempo delle crisi” divenga il “tempo delle opportunità”?  

L’intento è quello di tenere vivo il dibattito sulla scuola e sulle problematiche educative, consapevoli che questo nostro tempo necessita di un supplemento di pensiero condiviso, all’interno della nostra Associazione, e non solo.(Continua...)

domenica 21 ottobre 2012

DATE VOI STESSI DA MANGIARE



ASSEMBLEA ANNUALE
 
Quest’anno si presenta molto ricco di eventi per la riflessione e la  progettazione della nostra vita associativa e per l’impegno nell’azione pastorale:  la ricorrenza dei cianquant’anni dell’apertura del Concilio Vaticano II e i venti dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica, che costituiscono per la nostra associazione un’occasione preziosa per rinnovare l’impegno ad educare alla fede e per andare sempre più alle radici del nostro credere e del nostro essere cristiani chiamati a vivere nella vita quotidiana, nella Chiesa e in AC ad imitazione di Cristo; l'indizione dell’Anno della Fede, che vuole essere un «invito a un’autentica conversione al Signore, unico Salvatore del mondo», un invito che richiede una risposta consapevole e autentica per accogliere il dono della fede e per imparare giorno dopo giorno a professare, con la nostra vita, l’appartenenza al Signore Gesù e alla sua Chiesa. In quest’anno associativo siamo chiamati a vivere la comunione come dono, accogliere la vita di Cristo che si dona a noi nella concreta realtà della nostra Chiesa locale. Solo così riusciremo ad essere autentici testimoni del Risorto, corresponsabili della missione della Chiesa, in comunione con il nostro Vescovo e i nostri sacerdoti. L’anno della fede è anche riscoperta della fiducia nella Chiesa e nei nostri sacerdoti che ogni giorno, instancabilmente, si donano alla comunità come cibo per la nostra salvezza. La fede è un dono prezioso di Dio che chiede una risposta libera e decisa. Ogni socio di Azione Cattolica deve tradurre la propria vocazione alla santità in una risposta generosa che si deve  concretizzare nell’annuncio del Vangelo e nell’impegno ad essere cittadini che intessono relazioni significative per la costruzione della città dell’uomo e per l’edificazione del Regno. Lo sforzo che chiediamo ad ogni socio di Azione cattolica è quello di mettersi al servizio delle comunità parrocchiali per dare un concreto contributo all’azione missionaria per la testimonianza della fede. Ogni socio deve avere contezza che la sua vita di cristiano si realizza nella concreta azione di donazione ai fratelli, alla famiglia, ai colleghi di lavoro, alle persone che ogni giorno si incontrano nella vita quotidiana, in una missione fatta di gesti semplici, ma concreti, densi di significato, di amore, di fede: abbiamo ricevuto gratuitamente il dono di essere figli di Dio, allo stesso modo doniamo alle persone gratuitamente la gioia dell’incontro con Cristo Risorto, Egli ci esorta a dare “noi stessi da mangiare!”
Il 18 novembre P.V. ci ritroveremo tutti a Piazza Armerina, presso la scuola Media RONCALLI, per la nostra assemblea annuale. 

lunedì 1 ottobre 2012

Egregio Ministro Profumo...


(La fonte di questo articolo è il sito dello SNADIR dal quale abbiamo attinto per amplificare la notizia)

...l’insegnamento della religione è adeguato,  è l’uscita anticipata da scuola ad essere inadeguata
 
«Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come concepito oggi non abbia più molto senso. Probabilmente quell’ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica», ha spiegato in questi termini il suo pensiero sul tema “Dove è finita l’Europa della conoscenza?" intervenendo alla festa di Sinistra, ecologia e libertà venerdì 21 settembre scorso.
Certo comprendiamo bene che voleva ingraziarsi la platea; e quale miglior argomento se non quello dell’insegnamento della religione cattolica (in genere viene usato dai giornalisti a corto di notizie nel periodo di ferragosto).
Ricordiamo al Ministro che l’insegnamento della religione cattolica è nelle scuole perché  la Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa e perché i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano (art. 9, comma 2 della legge 121/1985) ed è impartito nelle istituzioni scolastiche secondo le finalità della scuola (sent. Corte Costituzionale n.203/1989). Le motivazioni sono quindi squisitamente storiche e culturali e obbligano ogni docente ad adottare, come tutti gli insegnamenti scolastici, le metodologie, la modalità di studio, di interpretazione e di ricerca tipiche della scuola.
Il Ministro  saprà certamente che l’attuale insegnamento della religione cattolica  offre agli studenti “contenuti  e  strumenti  per  una  riflessione  sistematica sulla  complessità dell'esistenza umana nel  confronto aperto fra  cristianesimo  e  altre  religioni,  fra  cristianesimo  e  altri  sistemi  di significato (…) promuove tra gli studenti la partecipazione ad  un dialogo autentico e  costruttivo, educando all'esercizio della libertà in una prospettiva di  giustizia e di pace” (Intesa tra il Ministro Profumo e il Card. Bagnasco – 28 giugno 2012)
Certo il Ministro è preoccupato  per  le altre culture e religioni presenti sul nostro territorio e degli studenti che non scelgono l’insegnamento della religione cattolica, ma la soluzione non è cambiare l’attuale insegnamento della religione a scuola con un insegnamento  che offra – come ha affermato il Ministro – un panorama più ampio.
Il Ministro  sappia che nella scuola italiana i suoi docenti di religione danno ad ogni studente l’opportunità di incontrare culturalmente testi, documenti, tradizioni, testimonianze e contenuti che costituiscono l’universo religioso. Diciamo che senza la frequenza dell’insegnamento della religione, gli studenti si priverebbero di una alfabetizzazione religiosa culturalmente qualificata. Se abbiamo, quindi,  a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti, non possiamo abbandonarli all’ignoranza religiosa.
Il problema non è l’attuale insegnamento della religione cattolica, che offre un insegnamento altamente qualificato e  svolto da docenti con una formazione di livello universitario, bisogna invece preoccuparsi di offrire anche agli studenti che non si avvalgono un insegnamento altrettanto qualificato.
Insomma, Ministro Profumo,  forse sarebbe opportuno preoccuparsi di quella falsa alternativa all’insegnamento della religione  che si è tradotta in una “mostruosa negazione della didattica”: l’uscita anticipata da scuola.
 
Orazio Ruscica