venerdì 24 maggio 2013

I laici di Azione Cattolica chiamati ad Abitare il mondo da figli. Educare oggi alla corresponsabilità



Nella Bibbia il termine che meglio si avvicina al concetto di responsabilità è quello di “Custodia”.
Custodire vuol dire stare accanto a qualcuno con rispetto e amore, accompagnarlo nel suo cammino, coltivare la sua vita come bene assoluto, perché l’altro è un dono di Dio per noi (Nella cultura tribale il dono è pegno, simbolo di un legame, segno visibile della relazione tra due persone o fra tribù).  Se l’altro è dono di Dio per me, vuol dire che questa persona a cui devo stare accanto è il segno, il “pegno” dell’amicizia, della relazione tra me e Dio. Per questo motivo uno è custode dell’altro, responsabile della sua vita di fronte a Dio. Questa responsabilità non riguarda solo alcuni aspetti della vita dell’altro, ma la sua intera esistenza. Essere immagine e somiglianza di Dio significa, pure, essere custodi del creato, così come lo è Dio. L’atto del custodire è di noi cristiani, ma anche di tutta l’umanità. All’origine non ci sono cristiani e non cristiani, ma c’è l’uomo, maschio e femmina, quindi, è l’intera umanità che è chiamata a custodire il creato. La custodia è la chiamata a una responsabilità morale che investe ogni essere umano, in particolare i cristiani. Questo atto è molteplice: “ siamo chiamati a custodire Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato”.  Seguendo gli insegnamenti di Papa Francesco, concretamente, è importante custodire le persone, ogni persona, e averne cura con amore. Avere cura l’uno dell’altro in famiglia, nella scuola, nella città, nei luoghi di lavoro, in parrocchia, in ogni luogo dove ci sono persone. È importante vivere con cura e sincerità tutte le relazioni, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. Non dobbiamo mai guardare a quello che potrebbe dividerci, ma a ciò che ci unisce, quello che ci fa essere figli, fratelli, amici in Cristo, per Cristo e con Cristo! Siamo chiamati, allora, a riflettere, seriamente, sull’importanza di “custodire e coltivare la vita”, per essere responsabili gli uni degli altri.  «L’uomo è custode del creato, dell’altro e di Dio, Egli, a sua volta, custodisce l’uomo in modo particolare nel suo Popolo, la Chiesa dell’Amore.». “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito”. Ai battezzati è chiesto soltanto di essere testimoni di questo amore, adulti significativi, corresponsabili nell’opera di evangelizzazione. Questa chiamata per i soci di Azione Cattolica rappresenta l’ordinarietà della realtà associativa che si dipana nella quotidianità della vita, vissuta in tutte le relazioni con impegno e servizio per il bene comune. L’Azione cattolica è chiamata, in forza della sua singolare forma di ministerialità laicale, a farsi custode del mondo, per “abitarlo da figli” responsabili sempre al servizio dell’uomo, della Chiesa, dell’educazione, in comunione con tutti gli uomini e i nostri pastori. (G. Borgia)