Nella Bibbia il
termine che meglio si avvicina al concetto di responsabilità è quello di
“Custodia”.
Custodire vuol
dire stare accanto a qualcuno con rispetto e amore, accompagnarlo nel suo
cammino, coltivare la sua vita come bene assoluto, perché l’altro è un dono di
Dio per noi (Nella cultura tribale il
dono è pegno, simbolo di un legame, segno visibile della relazione tra due
persone o fra tribù). Se l’altro è
dono di Dio per me, vuol dire che questa persona a cui devo stare accanto è il
segno, il “pegno” dell’amicizia, della relazione tra me e Dio. Per questo
motivo uno è custode dell’altro, responsabile della sua vita di fronte a Dio.
Questa responsabilità non riguarda solo alcuni aspetti della vita dell’altro,
ma la sua intera esistenza. Essere immagine e somiglianza di Dio significa,
pure, essere custodi del creato, così come lo è Dio. L’atto del custodire è di
noi cristiani, ma anche di tutta l’umanità. All’origine non ci sono cristiani e
non cristiani, ma c’è l’uomo, maschio e femmina, quindi, è l’intera umanità che
è chiamata a custodire il creato. La custodia è la chiamata a una
responsabilità morale che investe ogni essere umano, in particolare i
cristiani. Questo atto è molteplice: “ siamo chiamati a custodire Cristo nella
nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato”. Seguendo gli insegnamenti di Papa Francesco,
concretamente, è importante custodire le persone, ogni persona, e averne cura
con amore. Avere cura l’uno dell’altro in famiglia, nella scuola, nella città,
nei luoghi di lavoro, in parrocchia, in ogni luogo dove ci sono persone. È
importante vivere con cura e sincerità tutte le relazioni, che sono un
reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. Non dobbiamo
mai guardare a quello che potrebbe dividerci, ma a ciò che ci unisce, quello
che ci fa essere figli, fratelli, amici in Cristo, per Cristo e con Cristo!
Siamo chiamati, allora, a riflettere, seriamente, sull’importanza di “custodire
e coltivare la vita”, per essere responsabili gli uni degli altri. «L’uomo è custode del creato, dell’altro e di
Dio, Egli, a sua volta, custodisce l’uomo in modo particolare nel suo Popolo,
la Chiesa dell’Amore.». “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio
unigenito”. Ai battezzati è chiesto soltanto di essere testimoni di questo
amore, adulti significativi, corresponsabili nell’opera di evangelizzazione.
Questa chiamata per i soci di Azione Cattolica rappresenta l’ordinarietà della realtà
associativa che si dipana nella quotidianità della vita, vissuta in tutte le
relazioni con impegno e servizio per il bene comune. L’Azione cattolica è
chiamata, in forza della sua singolare forma di ministerialità laicale, a farsi
custode del mondo, per “abitarlo da figli” responsabili sempre al servizio
dell’uomo, della Chiesa, dell’educazione, in comunione con tutti gli uomini e i
nostri pastori. (G. Borgia)