domenica 24 aprile 2011

Cristo è risorto!


L’annuncio della risurrezione di Cristo dalle donne è arrivato agli Apostoli ed anche a noi attraverso una catena di testimoni autorevoli. Come successore di Coloro che lo videro vivente in mezzo a loro sento forte l’imperativo di trasmettere la gioia che pervase il cuore dei Dodici e di confermare la fede della Chiesa a me affidata, perché alimenti il fuoco della sua carità verso il mondo e vivifichi la sua speranza nel compimento delle promesse di Dio. L’annuncio che Cristo è risorto, al cui ritmo batte perennemente il cuore della Chiesa, ci da la garanzia che i nostri peccati sono perdonati, le nostre lacrime sono asciugate, la nostra solitudine esistenziale è superata, la nostra noia mortale è vinta. Si tratta di un annuncio antico ma anche sempre nuovo, perché, ogni anno torna a squarciare la notte oscura di un mondo in continuo mutamento caratterizzato, in questo ultimo periodo , dai moti rivoluzionari in vari paesi dell’Africa e del Medio Oriente,dal terremoto in Giappone, dal dramma dei profughi e degli immigrati nell’indifferenza dell’Europa e delle regioni ricche del nostro Paese, dalla persecuzione dei cristiani in varie parti del mondo nel silenzio assordante dell’opinione pubblica, dalle difficoltà economiche ed esistenziali di tante famiglie, dalla disoccupazione e dalla precarietà di tanti giovani, dalla litigiosità e dal cattivo esempio di tanti politici. Oppressi e angustiati da tanti problemi, personali e mondiali, abbiamo bisogno di una speranza non illusoria. Se Gesù Cristo non fosse risorto, la speranza umana resterebbe una povera speranza e la morte continuerebbe a dominare inesorabile. A partire dalla Pasqua di Cristo vogliamo ridire a tutti che la nostra vita non è oppressa da alcun timore. Essa porta la consapevolezza che Dio è presente nella storia, anche quando la sua presenza non viene percepita. Cristo risorto non ha tolto il male dal mondo, ma lo ha vinto alla radice, opponendo alla prepotenza del male, l’onnipotenza del suo Amore. La vittoria pasquale di Cristo instaura la sovranità dell’amore di Dio che vince la morte:alla schiavitù subentra la libertà, alla tristezza la gioia .Noi cristiani siamo chiamati a scoprire il gigantesco segreto che ci è stato affidato per condividerlo con tutti.

Oggi ci dobbiamo chiedere se siamo capaci di testimoniare l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo agli uomini del nostro tempo e dobbiamo sentirci sfidati dalla icastica espressione di Nietzsche:” Canti migliori dovrebbero cantarmi, perché io impari a credere al loro redentore: più redenti dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!”. Viviamo la nostra vita alla luce della risurrezione di Cristo per cantare canzoni più gioiose che riflettano la gioia pasquale. Il Risorto faccia sentire la Sua presenza in mezzo a voi, particolarmente dove lo scoraggiamento cerca di avere il sopravvento . Che questa Pasqua diventi motivo di speranza per realizzare l’unica legge di una vita capace di cambiare il mondo in meglio: l’amore. Ricambio Auguri di Buona Pasqua!

X Michele Pennisi

PASQUA DI RESURREZIONE


LA PRESIDENZA DIOCESANA E IL CONSIGLIO AUGURA UNA SANTA PASQUA. GESù è VERAMENTE RISORTO NON DOBBIAMO AVERE PAURA PIù DI NIENTE. LA PACE E L'AMORE DI CRISTO RISORTO ILLUMINI IL CAMMINO E LE MENTI DI TUTTI GLI UOMINI!
BUONA PASQUA

venerdì 8 aprile 2011

“BUON SANGUE NON MENTE!”


XIV Congresso nazionale MSAC “BUON SANGUE NON MENTE!” Cent’anni di passione per la Scuola e per il Paese (Roma, 8/10 aprile 2011, Domus Mariae, Via Aurelia 481)


Ugo De Siervo agli Studenti di Azione Cattolica: «Il cattivo funzionamento di alcuni apparati dello Stato, la corruzione, l’evasione fiscale ci chiamano ad un grande impegno per il cambiamento» A Roma per il loro XIV Congresso nazionale, oggi pomeriggio gli studenti dell’Azione cattolica italiana, accompagnati dal Presidente nazionale dell’Ac, Franco Miano, e dalla Segretaria nazionale del Movimento studenti di AC, Saretta Marotta, hanno incontrato il Presidente della Corte Costituzionale, il prof. Ugo De Siervo, presso il Palazzo della Consulta. Ecco alcuni brevi estratti dell’incontro. Franco Miano, Presidente nazionale dell’Azione Cattolica «Nei suoi 143 anni di storia l’Azione Cattolica ha accompagnato la vita di questo Paese, come ha ricordato recentemente Benedetto XVI, animandone i 150 anni di unità con un fondamentale contributo di idee e di persone a servizio delle istituzioni. Ancora oggi l’AC continua a fornire il suo contributo alle istituzioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle nostre città, con l’educazione al bene comune dei suoi ragazzi, giovani e adulti». Saretta Marotta, Segretaria nazionale del Msac Il Movimento studenti di Azione cattolica è oggi presente con 160 studenti da 60 diocesi per testimoniare che i giovani credono che il cambiamento sia possibile, con il contributo originale di tutti. Nonostante la nostra Italia fatichi ancora a sentirsi appieno una comunità nazionale e abbia in parte perso la fiducia nel futuro e in noi giovani, noi studenti continuiamo a credere nella scuola e vogliamo spenderci per essa e, tramite essa, per l’intero Paese. Chiediamo alle istituzioni di credere nella nostra voglia di partecipazione, di prenderci cura del bene comune. Ugo De Siervo, Presidente della Corte Costituzionale I festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia sono una preziosa occasione di riflessione sul nostro percorso comune, per essere orgogliosi dei grandi passi in avanti compiuti sul piano sociale, economico e politico, e per correggere criticamente ciò che è risultato negativo. La Costituzione non è vecchia. Le Costituzioni non diventano vecchie, perché sono un patrimonio di regole e di valori che sono alla radice delle comunità nazionali. Ciò che deve spingere i giovani all’impegno nelle istituzioni e per il bene comune è l’insoddisfazione, la scontentezza per ciò che non ci piace del presente, perché non si ripeta nel futuro. Il cattivo funzionamento di alcuni apparati dello Stato, la corruzione, l’evasione fiscale ci chiamano ad un grande impegno per il cambiamento. Roma, 8 aprile 2011

giovedì 7 aprile 2011

Comunicato stampa delegazione regionale

Delegazione Regionale Sicilia
L’Azione Cattolica della Sicilia, riunita a Cefalù il 2-3 aprile in occasione del Consiglio Regionale elettivo, esprime la forte preoccupazione per quanto sta accadendo nel vicino Maghreb, ed in particolare per le sofferenze che la popolazione libica sta sentendo in questo momento drammatico della sua storia. Partecipa alla terribile tragedia di migliaia di uomini, donne e bambini che, in queste settimane, attraversando il mare, sfuggono alla morsa della guerra, della fame e del sopruso, rischiando la vita e tante volte perdendola. È solidale con la popolazione di Lampedusa che sta compiendo un grande sforzo nell’accogliere le migliaia di migranti; sostiene le sue preoccupazioni per quanto riguarda il futuro economico e sociale dell’Isola e auspica, infine, che le Istituzioni nazionali e regionali predispongano un miglior piano di accoglienza e di reale sostegno ai cittadini residenti. L’Azione Cattolica, infine, ricorda a tutti i siciliani che la nostra terra è sempre stata luogo di accoglienza, crocevia di culture, punto di’incontro di popoli diversi che qui si sono integrati; per tutto questo, alle pur legittime logiche politiche ed economiche, è necessario offrire un “supplemento d’anima”, che siamo certi la Comunità Ecclesiale non faranno mancare attraverso concreti gesti di solidarietà che testimonino l’amore vero.

sabato 2 aprile 2011

INTELLIGENZA DELLA FEDE E UNIVERSO DEI MEDIA

“Dialoghi”, la rivista di approfondimento culturale dell’Azione Cattolica Italiana, ha raggiunto il traguardo dei suoi primi dieci anni: la ricorrenza è stata ricordata quest’oggi con la pubblicazione di Dialogando. Idee, pensieri, proposte per il nostro tempo (a cura di Luigi Alici, primo direttore della rivista, ed edito dall’Editrice AVE), volume che raccoglie alcuni dei più significativi contributi comparsi sulla rivista nel corso della sua storia, e con il seminario «Intelligenza della fede e universo dei media» tenutosi a Roma presso la Domus Mariae. Ha aperto i lavori il presidente dell’Ac, Franco Miano, che ha sottolineato come «per l’Azione Cattolica la rivista Dialoghi è una scommessa vinta. Essa è riuscita ad fondere e amalgamare il lessico della fede e quello della vita, facendo confluire attorno a essa un gruppo di persone impegnate in un esercizio costante di confronto, discernimento ed elaborazione culturale. In questo decennio, in cui la rivista ha mosso i primi passi, consolidandosi e crescendo in modo tenace e discreto il cammino dell’Uomo ha fatto emergere la centralità ineludibile della “questione antropologica”, il baricentro della progettualità pastorale si è spostato dalla domanda intorno alla comunicazione della fede in un mondo che cambia alla segnalazione di una sfida educativa che deve riscrivere da cima a fondo, in termini propositivi e non moralistici, la sintassi delle relazioni intergenerazionali». «Si avverte oggi nel mondo cattolico una certa resistenza, quando non aperta ostilità, nei confronti delle proprie elaborazioni culturali da parte dei media laici», e quanto ha affermato l’attuale direttore di “Dialoghi”, Piergiorgio Grassi, introducendo il tema del Seminario, «concetti e giudizi vengono stravolti, estrapolati dal loro contesto, e presentati all’opinione pubblica in una luce diversa da quella con la quale erano stati concepiti». Ha preso dunque la parola il primo dei due relatori, Luigi Accattoli, per molti anni vaticanista del “Corriere della Sera” e oggi curatore di un blog che ha raggiunto i 17.000 visitatori unici al mese. Tale esperienza gli fa dire che c’è molta più violenza sui mezzi di comunicazione di quanto non ve ne sia nella realtà: «Ci si ingiuria a Montecitorio, ma da Santoro ci si ingiuria sempre», ha efficacemente riassunto Accattoli. Ma il fenomeno, ha anche notato, si accentua nel caso dei nuovi media, dove l’anonimato, comunemente accettato sulla Rete, consente di esprimere giudizi che non si darebbero in un rapporto personale. La svolta si è avuta da quando i media sono diventati strumenti economici, capaci di raccogliere inserzioni pubblicitarie: le quali aumentano con le vendite. Il giornalismo così, anziché farsi specchio del dibattito in corso nella società, si è messo a cavalcarlo, ad alimentarlo: ha sviluppato pertanto un potenziale di violenza polemica un tempo assente. Inevitabilmente anche il fenomeno religioso viene deformato, usato o in chiave politica, o come notizia “leggera”, di folclore. Ciononostante Accattoli rimane convinto della possibile funzione morale del giornalismo, che in Rete ha anche maggiori possibilità di essere libero. E ha aggiunto, che anche in Internet è possibile trovare Dio, se chi ci naviga è in cerca almeno dell’uomo. Il secondo relatore, Luigi Alfieri, dell’Università di Urbino “Carlo Bo” – il quale si dichiara non credente – ha anteposto alla sua relazione, alcune riflessioni sul concetto di laicità: la religione è un fatto pubblico e la Chiesa, ogni Chiesa, è una comunità, chiamata ad agire sulla scena pubblica. La Chiesa cattolica in particolare si trova oggi nella paradossale situazione di essere accusata o di «parlare troppo», indicando modelli normativi anche ai non credenti, su dimensioni anche intime e personali come il tema della vita e della morte; o al contrario le si imputa di tacere, non condannando con la necessaria durezza comportamenti abusivi, prevaricatori o immorali. In tale fenomeno Alfieri riconosce un duplice disagio: quello della Chiesa nell’identificare con coerenza e piena consapevolezza campi e modi del suo intervento nella sfera sociale (ma anche la difficoltà a gestire con efficacia la comunicazione); c’è poi anche il disagio delle forze politiche e sociali riguardo alla loro legittimazione, credibilità, progettualità, che le porta a cercare nell’autorità della Chiesa un fattore di consenso o, al contrario, di dissenso. Ma in entrambi questi casi il rischio è che venga tradito il principio della laicità dello Stato. Alfieri auspica che si faccia finalmente chiarezza, rendendo un servizio sia alle istituzioni dello Stato, che alla stessa Chiesa.