Costruire un’agenda di speranza per il Paese. Con questo scopo i 1200 delegati di tutte le Diocesi d’Italia hanno partecipato alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Un evento a cui hanno voluto dare il loro sostegno e contributo il Santo Padre Benedetto XVI ed il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Diocesi di Piazza Armerina ha contribuito alla straordinaria e partecipata assise nazionale tramite Enzo Madonia, già direttore della Pastorale Giovanile ed attuale componente della direzione nazionale del Movi, Salvatore Giugno direttore dell’ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro e Gugliemo Borgia presidente dell’Azione Cattolica Diocesana. Un contributo importante dalla Diocesi di Piazza Armerina arriva grazie all’impegno di primo piano del Vescovo Mons. Michele Pennisi componente del Comitato Nazionale Scientifico e Organizzatore della Settimana Sociale. Quattro giornate intense dal 14 al 17 ottobre 2010 a Reggio Calabria per riflettere e provare a declinare insieme il Bene Comune. I lavori sono stati improntati sul discernimento aiutato dalla preghiera che hanno aiutato a vivere tutte le giornate ed i momenti in spirito di comunione fraterna. Le realtà ecclesiali presenti sono state in grado di confrontarsi esprimendo una sola Chiesa. Non c’è stato spazio, dunque, per autoreferenzialità, sigle, protagonismi sterili ma una partecipazione attiva, ordinata, curiosa, intelligente, creativa... I delegati sono stati impegnati in cinque laboratori per provare a declinare le priorità del Paese: impresa, educazione, immigrazione, mobilità sociale e politica. Fondamentale sarà ora attivare un lavoro di rete, di collaborazione tra organismi pastorali, istituzioni, enti locali, agenzie educative e formative, terzo settore, capaci di pensiero nuovo e azione nuova con l’intento di promuovere il BENE COMUNE. La principale sfida che ci aspetta è, dunque, culturale e non semplicisticamente solo economica. In tale contesto si dà voce all’esperienza del Progetto Policoro ed allo stile della cooperazione che deve diventare il modello ordinario di cui ha bisogno il nostro territorio, un paradigma fondato sui principi della Dottrina Sociale della Chiesa: solidarietà e sussidiarietà. Le conclusioni, frutto del lavoro delle giornate sono affidate al presidente del Comitato scientifico e organizzatore, il vescovo di Ivrea Arrigo Miglio e sono molto chiare:-«La prima chiamata è quella alla responsabilità, ce lo chiede il Vangelo, ce lo chiede il Santo Padre nel suo messaggio». «In particolare – ha sottolineato Miglio – i cattolici laici sono chiamati all’impegno politico, a tutti i livelli, cominciando dal proprio territorio,…». La seconda chiamata, ha detto il presidente della Settimana, è quella che porta i cattolici «a crescere nella vera unità per essere efficaci ed incisivi nel servizio al bene comune per una cultura dell’uomo, della vita, della famiglia che sia fonte di uno sviluppo autentico, perché fondato sul rispetto assoluto e totale della vita e della persona, ogni vita e ogni persona». Si tratta, continua, di «superare totalmente vecchie e nuove ideologie e nostalgie, imparando a cogliere sempre meglio anche la relazione esistente – e ben illustrata in questa Settimana – tra cultura e sviluppo economico, a cominciare dalla situazione demografica». Responsabilità e unità conducono alla «speranza affidabile» – terza «chiamata» della Settimana Sociale – « Siamo chiamati a essere noi i primi, in Italia, a guardare al futuro senza paura, con speranza; quelli che guardano verso un orizzonte di vita e non di declino. È proprio il caso di riprendere le parole di don Sturzo: la speranza ci rende "liberi e forti"». Un’attenzione particolare viene riservata ai GIOVANI-numerosi all’assise di Reggio-, «perché possano sognare e progettare, perché non restino sulla piazza ad aspettare. Hanno già bruciato troppe ore della loro "giornata" senza ricevere una proposta vera e coraggiosa ma con la loro presenza e con le loro attese, ci dicono di fare presto a rendere visibile, operante, efficace, una proposta di pensiero e di vita diversa da quelle che respirano giorno e notte. È proprio questa urgenza che ci chiede di essere uniti e responsabili, per non disperdere la ricchezze di persone e di idee che abbiamo incontrato in questa Settimana e lungo tutto il percorso di preparazione». Dunque, una straordinaria esperienza che chiama tutti a non seguire l’ansia del tutto e subito, ma la pazienza del seminatore e la costanza del tessitore. Nei prossimi mesi sarà pubblicato il documento finale, da questo testo bisognerà ripartire per continuare, in Diocesi, il nostro impegno comunitario, quel cammino di opere, piccole o grandi, utili a costruire la città per l’uomo.
Enzo Madonia-Salvatore Giugno-Guglielmo Borgia
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