lunedì 1 ottobre 2012

Egregio Ministro Profumo...


(La fonte di questo articolo è il sito dello SNADIR dal quale abbiamo attinto per amplificare la notizia)

...l’insegnamento della religione è adeguato,  è l’uscita anticipata da scuola ad essere inadeguata
 
«Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come concepito oggi non abbia più molto senso. Probabilmente quell’ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica», ha spiegato in questi termini il suo pensiero sul tema “Dove è finita l’Europa della conoscenza?" intervenendo alla festa di Sinistra, ecologia e libertà venerdì 21 settembre scorso.
Certo comprendiamo bene che voleva ingraziarsi la platea; e quale miglior argomento se non quello dell’insegnamento della religione cattolica (in genere viene usato dai giornalisti a corto di notizie nel periodo di ferragosto).
Ricordiamo al Ministro che l’insegnamento della religione cattolica è nelle scuole perché  la Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa e perché i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano (art. 9, comma 2 della legge 121/1985) ed è impartito nelle istituzioni scolastiche secondo le finalità della scuola (sent. Corte Costituzionale n.203/1989). Le motivazioni sono quindi squisitamente storiche e culturali e obbligano ogni docente ad adottare, come tutti gli insegnamenti scolastici, le metodologie, la modalità di studio, di interpretazione e di ricerca tipiche della scuola.
Il Ministro  saprà certamente che l’attuale insegnamento della religione cattolica  offre agli studenti “contenuti  e  strumenti  per  una  riflessione  sistematica sulla  complessità dell'esistenza umana nel  confronto aperto fra  cristianesimo  e  altre  religioni,  fra  cristianesimo  e  altri  sistemi  di significato (…) promuove tra gli studenti la partecipazione ad  un dialogo autentico e  costruttivo, educando all'esercizio della libertà in una prospettiva di  giustizia e di pace” (Intesa tra il Ministro Profumo e il Card. Bagnasco – 28 giugno 2012)
Certo il Ministro è preoccupato  per  le altre culture e religioni presenti sul nostro territorio e degli studenti che non scelgono l’insegnamento della religione cattolica, ma la soluzione non è cambiare l’attuale insegnamento della religione a scuola con un insegnamento  che offra – come ha affermato il Ministro – un panorama più ampio.
Il Ministro  sappia che nella scuola italiana i suoi docenti di religione danno ad ogni studente l’opportunità di incontrare culturalmente testi, documenti, tradizioni, testimonianze e contenuti che costituiscono l’universo religioso. Diciamo che senza la frequenza dell’insegnamento della religione, gli studenti si priverebbero di una alfabetizzazione religiosa culturalmente qualificata. Se abbiamo, quindi,  a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti, non possiamo abbandonarli all’ignoranza religiosa.
Il problema non è l’attuale insegnamento della religione cattolica, che offre un insegnamento altamente qualificato e  svolto da docenti con una formazione di livello universitario, bisogna invece preoccuparsi di offrire anche agli studenti che non si avvalgono un insegnamento altrettanto qualificato.
Insomma, Ministro Profumo,  forse sarebbe opportuno preoccuparsi di quella falsa alternativa all’insegnamento della religione  che si è tradotta in una “mostruosa negazione della didattica”: l’uscita anticipata da scuola.
 
Orazio Ruscica

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