DIO come può crescere?
Come può aumentare se è già tutto?
Dio può crescere e
aumentare nell’uomo, annullandosi nel farsi uomo, questo è il di più di Dio.
Questo annullarsi di Dio avviene secondo il paradigma del “prendersi cura”.
Tutta l’opera della creazione e di salvezza e d’incarnazione, passione, morte e
resurrezione è compiuta da Dio secondo il paradigma della Cura, del prendersi
cura dell’uomo, come un padre si prende cura del proprio figlio. La cura di Dio
non è filantropia ma atteggiamento di Amore. La creazione è un atto di amore,
tutti gli interventi di Dio nella storia dell’uomo sono generati da un atto di
amore, l’annullamento di Dio fino a farsi uomo e a morire da uomo sulla croce e
la sua resurrezione sono un atto di amore per l’umanità, sia per i credenti,
sia per i non credenti. A coloro che non credono è data la grazia e i benefici
di questo di più di Dio che entra nella storia, muore per questa storia e risorge
per inaugurare una nuova ed eterna storia, quella delle beatitudini. Ai
credenti è data l’abbondanza della grazia e i doni dello Spirito ma anche la
missione di testimoniare tutto questo, quindi la responsabilità della GIOIA!
Tutti i credenti hanno la responsabilità di annunziare al mondo questo di più
di Dio, questo suo entrare nella storia per trasformare la storia, da storia di
peccato e di morte, di disperazione a storia di salvezza, di gioia, di felicità
eterna. Per cui Pietro davanti al sinedrio può dire: “noi e lo Spirito Santo
siamo testimoni che Cristo è morto ed è risorto, di questo noi non possiamo
tacere…” come per dire, potete anche ucciderci, ma non possiamo non dire e
raccontare quello che abbiamo visto, perché ne siamo responsabili, cioè se voi ci interrogati
noi ne rispondiamo personalmente, nel senso che ne parliamo non perché lo
abbiamo sentito dire a qualcuno, ma perché di persona abbiamo visto e udito
queste cose che vi diciamo! Chi sono le donne a cui
Gesù affida il compito di dire agli apostoli…è risorto, vi precede in Galilea,
cioè quale è il loro stato, sono consacrati? No! Sono laici.
Chi sono i due
discepoli di Emmaus? Anche loro sono laici. Delusi di una situazione perché non
hanno compreso, come spesso succede a molti di noi, perché pensiamo non secondo
lo Spirito ma secondo la carne, infatti,
allo spezzar del pane si aprono i loro occhi e lo riconoscono nell’
“Eucaristia”.
Chi sono Adamo e Eva?
Ai quali è affidato il compito di continuare l’opera di creazione del mondo?
Anche loro sono laici. Una prima
considerazione: l’uomo, l’umanità, la comunità dei credenti è responsabile di
questa GIOIA che deve annunciare. A chi? Ai non credenti, affinchè credano e
credendo abbiano la vita eterna. Tutti i credenti siamo depositari di una “fede
che dà forma alla vita”, una fede che chiama alla santità. Quindi siamo
corresponsabili della “vita buona del vangelo”.Come laici quale è il
nostro ambito di intervento? Dove siamo chiamati a rendere evidente questo di
più di Dio? C’è un confine dentro il quale dobbiamo stare? Nelle azioni sacre principalmente, ma quali sono le azioni sacre? Il lavoro è un’azione
sacra? L’educazione dei figli? Che cosa è sacro e cosa non lo è? Dopo Gesù, e
soprattutto dopo la sua risurrezione, è ancora il caso di portare avanti questo
dualismo, ma non è vero che in lui e per lui tutto è stato consacrato? Se è
vero che lui ha vinto la morte, se è vero che lui con la sua incarnazione,
passione, morte e risurrezione ha inaugurato cieli nuovi e terra nuova, se è
verso che viviamo nell’ultimo giorno ed è come se da quel girono di
risurrezione tutto questo che stiamo vivendo è il tempo di risurrezione, giorno
del Signore, è lecito distinguere le azioni sacre da non sacre? Penso proprio
di no! Altrimenti parlare di Cristo equivale a parlare di uno qualsiasi che ha
fatto un bella impresa. Se interroghiamo
la storia, di persone che hanno fatto grandi cose c’è ne sono, anche il buon
ladrone è morto in croce. Al tempo di Gesù per uno che non era cittadino romano
non era difficile finire in croce. Dove sta il di più di Dio e di Cristo?
Quello di aver Santificato con la sua morte e resurrezione il mondo. Di aver
reso sacro tutto. Semmai dovremmo
distinguere tra azioni sacre e azioni liturgiche, ecc. Quindi, il primo ambito
di intervento dove si esplica la nostra corresponsabilità è la celebrazione
Eucaristica: fonte e culmine della vita cristiana per tutti i credenti, laici,
sacerdoti, religiosi. Da lì tutto ha avuto origine e lì tutto deve tendere e
ritornare, l’eucaristia è l’anticipazione del banchetto eterno che i beati faranno/faremo nella Gerusalemme celeste. Nell’eucaristia chi
celebra è tutta la comunità sotto la presidenza di Cristo che nel sacerdote si
rende presente ma contemporaneamente la sua presenza c’è in tutti i battezzati, sta qui il mistero
della corresponsabilità. Pertanto, in quella celebrazione tutti siamo
corresponsabili del mistero eucaristico, perché in Cristo formiamo una
comunione. Dobbiamo prendere
consapevolezza che la Chiesa a cui apparteniamo è ministeriale. S. Paolo ci
insegna: “diversità di ministeri ma unità di missione”. Ogni ministero nella
Chiesa è funzionale alla missione e di questo tutti ne siamo responsabili. C’è forse qualcuno che mi può impedire di
raccontare le meraviglie che Dio ha fatto nella mia vita? C’è qualcuno che mi
deve autorizzare a raccontare la gioia della GIOIA? Cioè la bellezza e la gioia
di un incontro che ti cambia la vita? Cioè di quel di più di Dio che si è
annullato, incarnandosi, patendo, morendo e che è Risorto. Di questo lieto evento tutti ne siamo responsabili!
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