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martedì 24 aprile 2012
I cittadini arbitri della democrazia

Nota della Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana
su riforma della legge elettorale e dei partiti politici
Il tema della “riforma istituzionale” sembrerebbe finalmente ritornato al centro della riflessione politica del nostro Paese. In particolare, si segnala l’apertura di tavoli tra le forze politiche per valutare possibilità e modalità di una riforma della legge elettorale. Si tratterebbe, invero, di un fatto assai significativo, se dal piano delle intenzioni si intendesse passare concretamente, senza più ritardi né infingimenti, a quello dei fatti. In tal senso, per il bene comune della nostra democrazia, l’Azione Cattolica Italiana intende ribadire l’urgenza, tra le altre, di una riforma della legge elettorale e dei partiti politici. In più occasioni, nel corso di questi anni, e da ultimo nella nota Per un patto di rinnovata responsabilità, abbiamo invocato un atto di credibilità da parte della classe politica italiana su questi temi. Siamo convinti, infatti, che una responsabile riforma dell’architettura istituzionale non si limiti alla definizione di nuove regole, ma possa esprimere il senso, anche simbolico, di una vera e propria “riforma della politica”. Nel contesto storico contingente, transitorio e complesso, va dilagando tra i cittadini italiani una generalizzata e preoccupante sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni democratiche. In questo scenario, non possono essere sottovalutate le conseguenze nefaste prodotte dalla vigente legge elettorale e dall’attuale sistema di funzionamento dei partiti politici. Nel primo caso, è stato interrotto il rapporto tra elettori ed eletti, nonché lacerato quello tra territori e rappresentanti; nel secondo, invece, è stata penalizzata la partecipazione dei cittadini ai processi democratici della vita del partito, in particolare in relazione al dibattito interno, al confronto sui problemi del Paese e alla selezione delle candidature. Ne è uscito pertanto complessivamente alterato il senso della partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica, come altresì dimostrato dal crescente tasso di astensionismo, andatosi registrando nel corso degli ultimi anni, in particolare alle elezioni politiche nazionali. Si tratta dunque di un malessere diffuso, in particolare tra i cittadini più giovani, in alcuni casi convertito in deprecabili atti di anti-politica, ma in altri, invece, in costruttive iniziative di sussidiarietà civile. Anche alla luce del fallimento delle iniziative referendarie, oggi, più che mai, è dunque rimesso al Parlamento - quale luogo privilegiato per le riforme, sede costituzionale del dibattito e del confronto politico - il compito di farsi carico di questi temi. L’imminenza delle elezioni politiche del 2013 suggerisce, infatti, un supplemento di responsabilità a tutte le forze politiche, affinché possano trovare le più ampie convergenze per consentire ai cittadini di ritornare alle urne con una nuova legge elettorale. Sarebbe un errore imperdonabile per la classe politica, una grave offesa per i cittadini e l’ennesima mortificazione per la nostra democrazia. Come associazione, siamo convinti che una modifica delle regole del gioco possa contribuire ad aprire la partecipazione dei cittadini ai processi democratici. Occorre, dunque, in relazione alla riforma della legge elettorale, che ai cittadini, come “arbitri,” sia restituito il diritto di scelta dei propri rappresentanti, che sia assicurata chiarezza alla competizione elettorale, che sia garantita la rappresentatività del pluralismo delle idee e, insieme, la stabilità e l’efficienza delle istituzioni. In relazione alla riforma dei partiti, invece, si avverte l’esigenza di pensare ad una disciplina giuridica che ne assicuri i meccanismi di democrazia interna, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, favorendo la selezione su base democratica delle candidature, salvaguardando la trasparenza nella gestione delle risorse economiche e nella destinazione del finanziamento pubblico. In particolare, in relazione al tema del rimborso elettorale ai partiti politici, si impone oggi, con particolare urgenza, una riflessione ancora più ampia, critica e severa. Mentre, più in generale, occorre che la politica recuperi una propria etica di comportamento e si mettano al centro della riflessione alcune ulteriori questioni, come quella del limite del numero di mandato per i parlamentari. In un clima di riforme, che ha imposto ingenti sacrifici ai cittadini italiani in nome del cambiamento in atto, riteniamo ancor più giusto che la classe politica, con un atto di corresponsabilità, si faccia concretamente carico di questi temi. Il partito trasversale delle rendite di posizione abbia, dunque, il coraggio di muovere una severa autocritica contro i propri meccanismi di selezione e sappia fare un passo indietro dinanzi all’incessante richiesta dei cittadini. La buona politica incoraggi l’impegno costruttivo dei cittadini attivi, apra varchi all’impegno appassionato, valorizzi i processi democratici che spontaneamente si alimentano tra la nostra gente. L’Azione Cattolica Italiana, antica palestra di democrazia, intende non soltanto farsi interprete e portavoce di questa specifica istanza di cambiamento, ma altresì assicurare vigilanza costante, affinché la classe politica non resti sorda dinanzi alle richieste dei cittadini, dimostrando credibilità e passione per il bene comune del Paese.
Roma, 24 aprile 2012
mercoledì 11 aprile 2012
CRISTO NOSTRO CONTEMPORANEO

A partire dalla resurrezione di Gesù Cristo Egli è nostro contemporaneo non in un senso metaforico, per indicare la sua presenza nella nostra memoria o per motivare il nostro impegno a seguirne l’esempio, come per qualunque altro famoso personaggio storico , ma in senso proprio e reale. Con Cristo Risorto non solo Gesù di Nazaret ma anche Dio è nostro contemporaneo. Il filosofo danese S. Kierkegaard scriveva: “L’unico rapporto etico che si può avere con Cristo è la contemporaneità. Rapportarsi a un defunto è un rapporto estetico: la sua vita ha perduto il pungolo, non giudica la mia vita, mi permette di ammirarlo e mi lascia anche vivere in tutt’altre categorie: non mi costringe a giudicare in senso decisivo”.Noi non siamo gli ammiratori di un defunto famoso ma i discepoli di un Vivente , che sta realizzando il Regno di Dio come regno di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace sulla terra come nel cielo. Noi, che a Pasqua lo celebriamo come nostro contemporaneo, siamo incaricati di lavorare con lui al suo progetto per il Regno nel tempo presente. Il professore anglicano N. T. Wright afferma:”Essere afferrati da Gesù risorto nostro contemporaneo significa conoscere e amare colui che ha sconfitto la morte con il potere dell’amore e della nuova creazione. Ogni bicchiere di acqua fresca, ogni minuscola preghiera, ogni confronto con i prepotenti che opprimono i poveri, ogni canto di lode o danza di gioia, ogni opera d’arte e musica niente va sprecato. La risurrezione lo riaffermerà, in un modo che non possiamo immaginare, come parte del nuovo mondo di Dio. La risurrezione non riguarda soltanto un futuro glorioso, riguarda un presente pieno di significato”. E’ la presenza di Cristo risorto nella Chiesa attraverso il suo Spirito oggi, non la sua attualità che può esigere la mia fede. Per chi crede in lui, relegare Gesù nel passato è impossibile, perché significherebbe tagliare il legame che unisce la nostra esistenza alla sua. E’ proprio perché Gesù è risorto dai morti egli è vivo in un modo unico e nuovo e può essere con noi una presenza viva, che percepiamo nella preghiera, nell’ascolto della parola di Dio e nei sacramenti e nel servizio animato dalla carità ai poveri. Attraverso l’Eucaristia la Chiesa, facendo memoria non simbolica ma reale del mistero pasquale di Gesù, viene resa dalla potenza dello Spirito Santo contemporanea di Gesù, vive in lui e di lui e così realizza e costruisce se stessa. A conclusione del convegno della Chiesa Italiana su “Cristo nostro contemporaneo”, tenutasi lo scorso febbraio, il card. Camillo Ruini ha affermato:“Gesù rimarrà sempre nostro contemporaneo, perché vive con noi e per noi nell’eterno presente di Dio. Affinché però anche noi viviamo da suoi contemporanei, con lui e per lui, mi sembra necessario che oggi la missione ritorni ad essere quello che è stata all’inizio: una scelta di vita che coinvolge l’intera comunità cristiana e ciascuno dei suoi membri, secondo le condizioni concrete della sua esistenza”. La testimonianza di una vita trasformata dall’incontro con Gesù è il presupposto della nuova evangelizzazione e la missione che Cristo risorto nostro contemporaneo affida a noi cristiani in questo terzo millennio.
sabato 7 aprile 2012
è risorto!

È un nuovo giorno! Giorno primo e ultimo, giorno di grazia e di pace, giorno di gioia e beatitudine. è risorto! annunciatelo a tutti gli uomini fino ai confini del mondo. (clicca qui per vedere il video)
(la presidenza diocesana augura una buona pasqua)
venerdì 6 aprile 2012
SEI Lì E TACI

Sei lì nel tuo dolore! Adesso tutti ti possono vedere, tuti possono comprendere quanto ci ami. Ai piedi della croce, impotenti, possiamo solo dire: "Veramente quest'uomo è il Figlio di Dio"! Solo uno che ama tanto può avere il coraggio e la forza di mettersi al posto nostro. Grazie Gesù. Scusaci se, a volte, come ipocriti, diciamo che vorremmo essere noi al posto tuo per alleviare il tuo dolore. Tu lo sai che non ne siamo capaci, siamo deboli, non resisteremmo un attimo, anzi, sicuramente, abdicheremmo subito al nostro battesimo. "Siamo come canne al vento"! Grazie perché ci sei Tu al posto nostro. Perdonaci, siamo peccatori indegni del Tuo Amore, non meritiamo il tuo sacrificio. Nel Tuo infinito Amore hai spiegato le braccia per accogliere tutti. Tra qualche minuto il Tuo cuore trafitto diventerà una sorgente inesauribile di sangue salvifico che inonderà il mondo, e sarà una nuova creazione! "E saranno cieli nuovi e terra nuova"! Grazie perché non ti vergogni di noi, grazie per averci dato la Vita Nuova della Resurrezione attraverso la Tua croce! Sei lì e taci, adesso è il tuo dolore che annuncia l'amore di Dio, è il Tuo sangue che guarisce, è il tuo sacrificio che riscatta, è la Tua morte che ci dona la Vita Nuova e Gloriosa della Risurrezione!
(Guglielmo Borgia)
martedì 27 marzo 2012
Dichiarazione del Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Franco Miano, sulla Prolusione del card. Angelo Bagnasco al Consiglio CEI

L’Italia ha bisogno di speranza. È questa l’esortazione che mi sembra emerga forte dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco all’odierna riunione del Consiglio permanente dei vescovi italiani. Il nostro Paese ha bisogno di “costruttori di speranza” come Giuseppe Toniolo, a cui lo stesso cardinale Bagnasco fa riferimento, ricordandone l’ormai prossima beatificazione, il 29 aprile, definendolo «esponente esemplare di un laicato italiano» da cui «è derivato, per il nostro Paese, un cattolicesimo incisivo e fecondo».
Serve speranza per vincere la paura che - come ci ricorda il Presidente dei vescovi italiani - stringe il cuore e la mente di chi viene travolto dalla crisi. Serve speranza per ridare alla nostra Italia un orizzonte nel quale ritrovarsi in maniera forte e condivisa, e che probabilmente «ha il suo punto di inizio», sottolinea il card. Bagnasco, «nella riscoperta del bene comune “come universale concreto”».
Voglio ancora esprimere la mia gratitudine al cardinale Presidente per aver sottolineato ancora una volta la centralità del ruolo delle giovani generazioni, le prime in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo che necessita al nostro Paese. Come Azione cattolica, sappiamo bene quanto sia fondamentale offrire ai nostri giovani un sostegno educativo sempre più attento e in grado di accompagnarli nella crescita personale e nell’affrontare le sfide che la vita pone loro innanzi.
Ed è proprio la centralità delle nuove generazioni che deve motivare l’azione riformatrice dell’attuale governo e dei partiti sul lavoro, sulle istituzioni, sugli sprechi e sulla crescita. Sarebbe davvero dannoso fermarsi di fronte a rendite di posizione e privilegi consolidati, e dunque con Bagnasco auguriamo una stagione politica segnata da rigore ed equità, coraggio e dialogo, concretezza e moralità, senso di responsabilità e innegabile necessità di ovviare a decenni di immobilismo.
Perché una società cresca sana è necessario che le sue cellule siano in salute. Per questo, sottoscrivo la denuncia del card. Bagnasco nei confronti dei tentativi di delegittimazione della famiglia che da più parti vengono perpetrati quando si mette in discussione la centralità del suo ruolo e la sua natura.
Parimenti non possiamo tacere, come Azione cattolica, innanzi a tesi e progetti che ancora oggi cercano di far passare forme comunque inaccettabili di eutanasia. Come ci ricorda il card. Bagnasco, il sonno della ragione genera mostri, e noi questo non possiamo e non vogliamo permetterlo.
Quella che viviamo è una stagione difficile. Lo sa bene chi come noi di Azione cattolica è vicino alla gente. Bisogna però non sprecare l’occasione nel fare di questo tempo un tempo favorevole. Come ci invita a fare il card. Bagnasco «diamo nuovi stili al nostro vivere, usciamo dall’immobilismo, cominciamo ad occuparci dei nostri territori», e allo stesso tempo continuiamo tutti nella lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e al latrocinio della cosa pubblica. Ciò sarà utile anche ai partiti, a tutti i partiti, affinché possano tornare ad essere, come auspica lo stesso cardinale Bagnasco, «via ordinaria della politica ed essere pronti a riassumere direttamente nelle loro mani la guida del Paese».
Franco Miano
Roma, 26 marzo 2012