giovedì 26 maggio 2011

FRANCO MIANO CONFERMATO PRESIDENTE NAZIONALE



Il prof. Franco Miano

è stato confermato Presidente nazionale

dell’Azione Cattolica Italiana

Il professore Franco Miano è stato confermato Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il triennio 2011-14. La nomina è avvenuta il 25 pomeriggio in seno al Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana che ha scelto all’interno della terna di nomi che il Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana aveva indicato dopo la conclusione della XIV Assemblea nazionale dell’Associazione. Campano, 50 anni, vive a Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, diocesi di Nola. Sposato con Pina De Simone e padre di Armando e Irene, il professore Miano è ordinario di Filosofia morale nell’Università degli Studi di Roma “Torvergata”.

Nell’apprendere la notizia della sua riconferma,

il Presidente Franco Miano ha dichiarato:

«Nell’esprimere la mia profonda gratitudine al Consiglio nazionale dell’AC e ai nostri vescovi, in primo luogo al presidente card. Angelo Bagnasco e ai membri del Consiglio episcopale permanente della Cei, per la confermata fiducia riposta nella mia persona, affidandomi nuovamente un servizio che spero di onorare con l’aiuto del Signore, rinnovo il mio sì alla lunga storia dell’Associazione e alla sua viva tradizione.Il mio primo pensiero in questo momento va a tutti i soci e ai sacerdoti assistenti della nostra Azione Cattolica impegnati nelle migliaia di parrocchie della nostra amata Italia. A loro rivolgo un grande e forte abbraccio dicendo grazie per le energie che spendono nel rendere la nostra Associazione ancora più bella e più pronta a muovere i suoi passi, insieme a tutta la Chiesa, ai nostri carissimi pastori, al fine dell’annuncio del Vangelo all’uomo di oggi. In questo cammino ci sia di sostegno l’insegnamento di Benedetto XVI. È ancora vivo nel cuore di tutti il ricordo bellissimo dell’Incontro nazionale dello scorso 30 Ottobre in Piazza San Pietro con decine di migliaia di ragazzi e giovanissimi. L’Azione Cattolica desidera essere sempre più disponibile nel suo servizio alla Chiesa, rispondendo all’invito rivoltoci quel giorno dallo stesso Santo Padre: “Abbiate il coraggio, vorrei dire l’audacia di non lasciare nessun ambiente privo di Gesù, della sua tenerezza che fate sperimentare a tutti, anche ai più bisognosi e abbandonati, con la vostra missione di educatori”. Indicandoci esempi di amore genuino nei tanti beati e santi di Azione Cattolica: da Piergiorgio Frassati ad Alberto Marvelli, da Pierina Morosini ad Antonia Mesina. Così come altre grandi figure di uomini e donne, da Giuseppe Toniolo, prossimo alla beatificazione, ad Armida Barelli. L’Azione Cattolica in questo tempo si pone ancora una volta al servizio dell’uomo per onorare la dignità personale con i suoi valori irrinunciabili, a cominciare dalla vita e dalla pace, dalla famiglia e dall’educazione, per camminare accanto a tutti e a ciascuno, a tessere insieme una trama viva di relazioni fraterne. Ciò significa spendersi in favore del bene comune, attraverso l’educazione alla responsabilità personale, all’impegno pubblico, al senso delle istituzioni, alla partecipazione, alla democrazia. Mi piace citare in questo giorno, come già tre anni fa, la frase pronunciata nel 1964 da Vittorio Bachelet quando venne nominato Presidente dell’Associazione: “L’Azione Cattolica vorrebbe aiutare gli italiani ad amare Dio e ad amare gli uomini. Essa vorrebbe essere un semplice strumento attraverso il quale i cattolici italiani siano aiutati a vivere integralmente e responsabilmente la vita della Chiesa; e insieme a vivere con pieno rispettoso impegno cristiano la vita della comunità temporale e della convivenza civile”».

Roma, 25 maggio 2011

mercoledì 25 maggio 2011

FORUM SUL PROGETTO PER UN COMUNITA’ EDUCANTE


Con il presente post è aperto un forum di discusisone sul presente progetto "per una comunità educante" e in preparazione dell'incontro degli operatori culturali del 18 giugno a Piazza armerina. coloro che vogliono possono scrivere il loro contributo. Grazie

Apertura di un dibattito

Si vorrebbe che le comunità locali, le città, nelle loro articolazioni di uomini, di associazioni ed istituzioni divenissero comunità educanti e che venissero definite opportune “alleanze educative” tra i vari soggetti pubblici e privati presenti nel territorio.

Per questo obiettivo qualcosa si è già mosso e qualche esperienza è stata fatta ed appare importante presentarle per trarne indicazioni.

Ringrazio quanti riterranno di aprire appositi spazi nei loro blog o nelle redazioni dei giornali per favorire un confronto ampio e costruttivo su questo tema.

Ringrazio Guglielmo Borgia per aver accettato di coordinare questo confronto.

PREMESSA

Tra le esperienze in corso c’è quella della Diocesi di Piazza Armerina che brevemente racconto.

A Settembre dello scorso anno, insieme a don Ettore Bartolotta e con la piena approvazione del nostro vescovo mons. Pennisi, abbiamo costituito un gruppo di lavoro per attivare iniziative di Pastorale scolastica nella nostra diocesi.

Il gruppo visitò tutti i comuni della diocesi, ovunque accolto con grande cortesia ed interesse, e propose ad un considerevole numero di persone in rappresentanza di varie organizzazioni presenti nel territorio, comprese, qualche volta, le amministrazioni locali, tre livelli d’intervento:

1) nelle singole scuole, dalle materne alle superiori: formazione di gruppi di persone di buona volontà che si impegnino a rendere più forte l’attività educativa della scuola con particolare attenzione anche al retroterra familiare dei ragazzi; per ogni scuola va individuata una figura di coordinamento che farà anche da referente ad una rete cittadina di intervento educativo;

2) in ogni comune della diocesi: costituzione di una consulta, un organismo cittadino, che comprenda alcuni dei referenti delle singole scuole, il responsabile cittadino della pastorale scolastica, rappresentanti delle amministrazioni comunali e delle associazioni più direttamente interessate all’attività educativa; l’obiettivo è quello di rendere operativa un’alleanza educativa tra Chiesa, scuole, municipalità ed associazionismo;

3) nella diocesi: allargamento del gruppo di lavoro con la presenza di un referente scolastico per ogni comune e di responsabili dell’associazionismo cattolico; l’obiettivo è quello di approfondire il senso e le modalità dell’impegno della Chiesa per la pastorale scolastica e per una pastorale integrata che riesca a coordinare le varie pastorali d’ambito .

In tutti gli incontri è stata sottolineata la necessità di contrastare lo smarrimento dei valori fondamentali: la famiglia, il lavoro, la responsabilità, le scelte morali, ecc., ed in particolare è apparso evidente che il problema educativo riguarda tutti e che è necessario un impegno che, attraverso la definizione di opportune alleanze educative tra i vari soggetti pubblici e privati, faccia divenire le nostre comunità locali (nelle loro varie espressioni associative) delle comunità educanti; l’impegno è “laico” ed è anche fortemente centrato su un sistema di valori condivisi.

Da tutti è stata sottolineata l’opportunità che la Chiesa, in quanto organizzazione, divenisse il cuore propulsivo di questo sistema di alleanze.

E’ da questa esigenza , volutamente innestata all’interno di una iniziativa “storica” dell’ attività diocesana rivolta agli operatori culturali, che nasce l’organizzazione dell’incontro del 18 Giugno 2011.

PROPOSTE

Per definire le alleanze occorre elaborare progetti chiari ed articolati con precise ed efficienti forme organizzative.

In questa fase il ruolo di coordinamento e promozione continueranno ad averlo i coordinatori cittadini già individuati ai quali spetterà il compito di:

a) completare, al più presto, la rete organizzativa delle scuole, il primo livello, con una democratica individuazione di tutti i coordinatori d’istituto (anche delle elementari e materne) definendo almeno due punti: 1) unitarietà del progetto pur nella piena autonomia operativa delle singole scuole; 2) individuazione di un gruppo di lavoro che proponga delle linee d’intervento da inserire nel progetto educativo cittadino.

b) convocare, tra Settembre ed Ottobre, le consulte cittadine per l’educazione, secondo livello. Dalle riunioni delle consulte dovranno scaturire: i coordinatori cittadini “definitivi”e la definizione operativa del loro ruolo, i gruppi di lavoro incaricati di preparare il progetto cittadino per l’educazione. Tale progetto dovrà prevedere le attività cittadine o di quartiere da portare avanti, rivolte ai ragazzi o alle famiglie o ad altri, e che abbiano la caratteristica di poter durare nel tempo, individuando i tempi, i modi, le risorse, i ruoli delle singole istituzioni, ecc..

I contenuti dei progetti educativi cittadini sicuramente avranno alcuni elementi comuni:

1) l’esplicazione dei valori fondanti; 2) i settori d’intervento educativo: sport, musica, teatro, ecc con l’individuazione delle associazioni e degli enti che se ne occuperanno: modi, tempi, risorse, ecc.

3) il ruolo delle scuole: i POF e l’autonomia (la rete organizzativa) ; 4) il ruolo delle municipalità 5) la presenza ed il ruolo della Chiesa nelle sue forme organizzate.

Piazza Armerina Maggio 2011

Carmelo Tumino

domenica 15 maggio 2011

IL NUOVO CONSIGLIO NAZIONALE


Consiglio Nazionale 2011-2014

Settore Adulti
Settore Giovani Acr
Paolo Trionfini 466 Marco Sposito 329 Paolo Reineri 345
Giuseppe Notarstefano 247 Maurizio Semiglia 315 Luca Torcasio 250
Giuseppe Pantuliano 200 Alessandro Trovato 275 Claudio di Perna 216
Maria Graziano 444 Lisa Moni Bidin 364 Teresa Borrelli 360
Valentina Soncini 252 Monica Del Vecchio 229 Chiara Sutera 223
Caterina Pozzato 152 Nadia Matarazzo 216 Laura Giombetti 201
Elisa D'Arrigo 132 Luca Bortoli 262 Simona Fodde 177

mercoledì 11 maggio 2011

Il nostro impegno?


XIV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

“Vivere la fede, amare la vita”

L’impegno educativo dell’AC

(6/8 maggio 2011 - Roma, Domus Pacis, via di Torre Rossa, 94)

Comunicato n. 15

Il Presidente dell’Ac, Franco Miano:

«Il nostro impegno? Tradurre ogni giorno la nostra vocazione alla santità in concreto servizio alla Chiesa e al Paese»

Con la proclamazione degli eletti al nuovo Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e l’approvazione del Documento Assembleare (che trovate in allegato) si è conclusa la XIV Assemblea nazionale dell’Ac, che ha visto riuniti a Roma, per tre intesi giorni di confronto e dibattito, circa 900 delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia, chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio nazionale dell’Associazione per il triennio 2011/2014. Nel suo intervento conclusivo, il Presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Franco Miano, ha voluto ribadire alcune prospettive per l’Ac dei prossimi anni. Innanzitutto, «l’impegno a tradurre ogni giorno la nostra vocazione alla santità in concreto servizio alla Chiesa e al Paese. In totale, sintonia con quanto papa Benedetto XVI ha sottolineato nel Messaggio inviato all’Azione Cattolica per la XIV Assemblea nazionale». In particolare, ricorda Miano, «l’impegno per l’educazione, in linea con quanto tracciato dalla Chiesa italiana». C’è lo chiede il nostro presente, c’è lo ricorda la nostra storia. Il Presidente dell’Ac ha voluto sottolineare, infatti, come «orizzonte dell’Associazione una visione globale dell’uomo, in cui l’elemento spirituale è il centro da cui tutto si dipana. C’è l’hanno insegnato coloro che ci hanno preceduto con la loro testimonianza, da Giuseppe Toniolo a Vittorio Bachelet, da Armida Barelli a Piergiorgio Frassati, da Alberto Marvelli a Pina Suriano; e con loro la lunga schiera di santi e beati dell’Azione Cattolica». Altro punto che sta a cuore al Presidente Miano è l’impegno culturale e politico: «Lo stesso papa Benedetto XVI, ci ha ricordato più volte, come in una piena prospettiva educativa rientri anche la formazione culturale e politica, l’una non disgiunta dall’altra, poiché l’una richiama l’altra. L’educazione culturale dà spessore e sostanza al discorso della formazione politica, che a sua volta dà prospettiva e concretezza all’impegno culturale». Passaggio successivo, obbligato, è «la partecipe attenzione alle vicende del nostro Paese, con lo sguardo rivolto in particolare a quanto accade sulle sponde del Mediterraneo, e più in generale, nel mondo intero». In particolare, aggiunge il Presidente dell’AC, «guardando alle vicende di questi ultimi giorni, non posso che dire - ancora una volta - come da cristiani non possiamo, non dobbiamo chiudere la porta a coloro che bussano alla ricerca di pace e di vita». «Lo stesso titolo che abbiamo voluto dare a questa XIV Assemblea nazionale, “Vivere la fede, amare la vita”», sottolinea Miano, «altro non vuol dire che camminare lungo le strade di questo mondo a passo di santità. Portando l’altro con noi, non lasciando indietro nessuno. Vuol dire impegno alla costruzione del bene comune; vuol dire dedizione piena alla vita delle persone che abitano questo nostro amato Paese, di cui, con gioia e gratitudine nei confronti del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbiamo anche noi festeggiato i 150 anni di Unità nazionale». Il Presidente dell’Azione Cattolica ricorda «come i cattolici, oggi come ieri, possono continuare ad essere quel tessuto morale su cui l’Italia ha fondato buona parte della sua esistenza, e possono offrire una solida base di riferimento anche in momenti difficili come sono quelli attuali». Aiutando in particolare le generazioni più giovani a formarsi e «a sviluppare capacità di analisi e di approfondimento, a prendere posizione, senza mai snaturare, o svendere i valori fondamentali: la vita, la solidarietà, la giustizia, la pace. Incoraggiando e sostenendo l’impegno sociale e civile a servizio della comunità nazionale». A conclusione dei lavori della XIV Assemblea dell’Ac, i delegati presenti hanno voluto dare due segni, piccoli ma tangibili, della propria vicinanza a due realtà che di certo hanno bisogno del aiuto di tutti. 3500 euro sono stati raccolti e consegnati alla diocesi di Agrigento per attività a sostegno dell’emergenza immigrazione. Altri 2500 euro serviranno invece a finanziare tre borse di studio per altrettanti ragazzi delle scuole interetniche di Sarajevo.

Roma 8 maggio 2011

martedì 10 maggio 2011

“Vivere la fede, amare la vita”



XIV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

“Vivere la fede, amare la vita”

L’impegno educativo dell’AC

(6/8 maggio 2011 - Roma, Domus Pacis, via di Torre Rossa, 94)

Comunicato n. 3

Azione Cattolica: un’Associazione unitaria e intergenerazionale

con quasi 150 anni di storia e oltre 350 mila soci

I circa 900 delegati che nei prossimi tre giorni (6/8 maggio 2011) si ritroveranno Roma per eleggere il nuovo Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, che rimarrà in carica per il prossimo triennio (2011/2014), sono l’espressione viva di un Associazione con quasi 150 anni di storia, presente in tutte le diocesi della nostra Italia, e che oggi conta oltre 350 mila soci (35% ragazzi, 25% giovani dai 15 ai 30 anni e 40% adulti).

L’Azione cattolica è un’associazione unitaria e intergenerazionale, fondata sulla corresponsabilità tra adulti, giovani e ragazzi. E l’organizzazione – nelle parrocchie, in diocesi, nelle regioni ecclesiastiche, nella vita del centro nazionale di Ac - riflette questa caratteristica. Ad ogni livello, infatti, l’associazione si costituisce di un settore Adulti, di un settore Giovani e di un’articolazione, l’Azione cattolica ragazzi (Acr), che esprime il comune impegno educativo dei giovani e degli adulti di Ac a favore dei più piccoli.

Il settore Adulti cura la proposta formativa per tutte le persone dai 30 anni in su. Nelle parrocchie, si formano “gruppi adulti” (guidati da un “animatore”) che vivono, insieme, un cammino di fede e di vita ordinario e costante, con incontri nella maggior parte dei casi settimanali. Data l’ampiezza dell’età di riferimento, il settore Adulti può curare in modo particolare e specifico alcuni archi d’età, in particolare quello dei 30-50enni (cosiddetti “adulti-giovani”) e quello della terza età. Per sua natura, le proposte del settore sono aperte, con attenzioni specifiche, a coppie di sposi, in particolare a giovani nuclei familiari. All’adulto di Ac viene proposto un percorso formativo che abbia in forte considerazione l’intreccio tra fede e vita, e che abbia una attenzione specifica alle questioni sociali, culturali e antropologiche.

Il settore Giovani cura la proposta formativa per due archi d’età: i “giovanissimi”, ovvero gli adolescenti dai 15 ai 18 anni, e i “giovani”, di età compresa tra i 19 e i 30 anni. Nelle parrocchie, dunque, è facile trovare un “gruppo giovanissimi”e un “gruppo giovani”, guidati da uno o più “educatori” (giovani o adulti di Ac con forte esperienza associativa ed ecclesiale). Laddove ce ne siano le forze e l’esigenza, per calare ancora di più la proposta sulle esigenze delle persone, si formano gruppi ancora più omogenei (esempio: 15-17enni, 18-20enni, 20-25enni, 25-30enni). Il cammino formativo dei gruppi mira a formare giovani e giovanissimi della “santità feriale”, che sappiano coniugare vita interiore, fraternità e responsabilità verso gli altri e verso il mondo. I cammini per “giovanissimi” e “giovani” sono anche percorsi vocazionali, per scoprire i propri talenti e il proprio posto nel mondo.

L’Acr (Azione cattolica ragazzi) esprime l’impegno educativo dei giovani e degli Adulti di Ac per i più piccoli. Nelle parrocchie ci sono gruppi per bambini 4-5 anni, 6-8, 9-11 e 12-14, tutti guidati da “educatori”, che non sono figure professionali bensì giovani e adulti di Ac, studenti e lavoratori che hanno un loro personale cammino di fede, e che sono stati appositamente formati per questo servizio. L’Acr si propone di favorire l’incontro dei più piccoli con Gesù attraverso l’esperienza concreta, aiutandoli a rileggere l’ordinario delle loro vite, delle loro famiglie, della scuola, delle città, dello sport… Educa alla pace dedicando al tema un’ampia fetta del cammino annuale, sminuzza per i bambini e i ragazzi anche i principi della vita civile e sociale. Nella pastorale ordinaria si integra perfettamente con i cammini di iniziazione cristiana e con attività oratoriali, grazie alla capacità di fare formazione con modalità e metodologie vicine alle esigenze dei ragazzi. I cammini si differenziano per archi d’età, e assumono un particolare rilievo nella fascia della pre-adolescenza, quando diversi ragazzi, ricevuti i sacramenti, lasciano la comunità parrocchiale. Molte iniziative dell’Acr sono oggi un traino per vivacizzare la parrocchia, ma anche un forte fattore di riavvicinamento delle famiglie alla vita della Chiesa.

L’Azione cattolica italiana esprime la propria attenzione formativa e missionaria agli studenti e ai lavoratori attraverso il Movimento Studenti (Msac) ed il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (Mlac). Come proposte pensate su misura degli ambienti di vita, Msac e Mlac promuovono uno stile di partecipazione e cittadinanza nei contesti scolastici e lavorativi. E’ in questo modo che gli studenti del Msac e i lavoratori del Mlac testimoniano la propria fede, rendendo ragione della propria speranza e vivendo con coerenza uno stile quotidiano da cittadini degni del Vangelo. Sia il Msac che il Mlac sono pensati come “movimenti” dell’AC, in quanto le loro attività si rivolgono a tutti, senza distinzioni etniche, ideologiche, politiche o religiose. Coloro che si impegnano con continuità a promuovere le attività del movimento e ne sono responsabili ai vari livelli aderenti di Azione Cattolica, ma Msac e Mlac diventano in questo modo un particolare strumento di primo annuncio, pensati proprio per appassionare alla proposta cristiana soprattutto i “lontani”, quelli “fuori dal giro” delle parrocchie e che proprio nella concretezza dell’esperienza quotidiana di studenti e lavoratori possono essere interpellati dalla Buona notizia.

Al Msac sono gli studenti della scuola secondaria del secondo ciclo al centro della proposta. Sono infatti loro a gestire la vita del movimento: a livello diocesano, attraverso la figura dei Segretari diocesani, ragazzi eletti (per un triennio) tra i 16 e i 20 anni e responsabili del circolo msacchino, e a livello d’istituto, attraverso l’impegno dei singoli aderenti del Msac, i “msacchini” appunto, che si rendono disponibili con impegno e corresponsabilità ad animare la vita delle proprie comunità scolastiche, sollecitando i compagni ad incontri di riflessione, proponendo assemblee tematiche, dibattiti, iniziative e un impegno diretto negli Organi Collegiali. Le attività realizzate nelle scuole prendono il nome di “Punti di Incontro”, mentre la “Formazione Specifica” avviene a livello diocesano, attraverso incontri periodici che non si sostituiscono ai cammini parrocchiali vissuti dai msacchini come giovanissimi di Ac.

La sfida del Mlac consiste soprattutto nell’animazione di una situazione e di un contesto di vita oggi più che mai caratterizzato dalla precarietà e da una forte domanda di coerenza etica per il cristiano. Il Mlac mette insieme i giovani e gli adulti, operai e professionisti, in un unico impegno di animazione dei propri luoghi di lavoro, di riflessione, approfondimento, studio, sensibilizzazione. Ma il Mlac è anche operativo, mettendo in campo vere e proprie campagne per innescare il cambiamento, come la “Progettazione sociale”, un bando che mette a concorso una piccola cifra per avviare progetti, ma soprattutto uno stile, un’invito ai giovani ad investire su se stessi e sulle proprie capacità di progettare imprese, futuro, percorsi professionali nuovi e legati al territorio in cui vivono.

Msac e Mlac sono movimenti “interni” all’Azione Cattolica, infatti, aderendo al movimento si aderisce automaticamente all’Ac, in quanto costituiscono parte integrante della sua proposta formativa. Accanto ad essi, però, esistono i cosiddetti “movimenti esterni” che si richiamano al metodo e alla tradizione dell’Ac. Il Mieac, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, riunisce insegnanti, educatori e in generale i soggetti che si impegnano in campo educativo. La Fuci, Federazione Universitaria Cattolica Italiana, propone agli universitari percorsi di approfondimento culturale, teologico e spirituale. Il Meic, già Movimento Laureati e oggi Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, riunisce i professionisti e gli intellettuali per una proposta prettamente culturale.

Roma, 5 maggio 2011