mercoledì 25 gennaio 2012

L’ATTIVITA’ TERAPEUTICA DELLA CHIESA


Il tema della cura per il malato è un tema sempre attuale e in un ambito in cui emerge l’importanza dell’essenza ontologica dell’uomo, questo aspetto mette in risalto la sensibilità della comunità cristiana verso chi soffre. Il lavoro di ricerca del prof. Costantino Lauria[1] L’attività terapeutica della Chiesa è frutto di un’attenta analisi e di approfondimento dell’Istruzione Ardens felicitatis della Congregazione per la dottrina della fede. Attraverso tre capitoli, senza pretesa di esaustività, il prof. Lauria ripercorre, a partire dai dati del Nuovo Testamento e inseguendo la tradizione e il magistero, la storia della valorizzazione del malato dal punto di vista della fede dopo l’evento Cristo. A partire da Cristo che guariva tutti coloro che toccava o con fede lo toccavano e attraverso i discepoli, che da lui avevano ricevuto il mandato, la Chiesa ha proseguito l’incarico di alleviare le sofferenze del malato attraverso l’unzione e la preghiera, fino alla dimensione sacramentale che via via ha assunto questo rito di ungere il malato con l’olio (di ulivo). Dal concilio di Trento al Vaticano II questo rito veniva concesso solo ai morenti assumendo il nome di “estrema unzione”, dimenticando l’importanza del sacramento nel dare al malato la forza di poter sconfiggere la malattia. Solo dopo il rinnovamento del Vaticano II riemerge la sua importanza terapeutica, unita alla preghiera della comunità cristiana. È proprio quest’ultimo aspetto a porre le basi al lavoro del prof. Lauria, cioè l’efficacia che abbiano la fede e la solidarietà dei credenti sul malato.

Al di là delle pretese taumaturgiche, il miracolo di questa solidarietà, spinta dalla fede di una comunità riunita sotto il segno di Cristo sofferente, morto e glorioso, consiste nel ridare al malato il sostegno “socio- emotivo” di cui ha bisogno, per non sentirsi solo con la propria sofferenza e trovare la grazia necessaria per accettarla e superarla.

Alla luce dell’esperienza personale si può comprendere quanto sia importante per chi soffre, che si tratti di sofferenza fisica o interiore, sentire accanto a sé una presenza orante; una presenza fatta di silenzio riempiente, di un silenzio che esprima amore, tenerezza, sostegno e umanità. E in una società dove la solidarietà lascia il posto alla solidarietà dell’individuo, questa dimensione costituisce veramente una cura indispensabile per chi è nel bisogno.

Silvia Inglese


[1] Il prof. Costantino Lauria è specializzato in morale, bioetica e sessuologia e dottore in teologia biblica; attualmente insegna presso la D.D. Principe di Piemonte e l’ISSUR Ignatianum di Messina e presso L’ISSR Mario Sturzo di Piazza Armerina. È membro fondatore della società italiana di Bioetica e sessuologia (SIBeS); membro dell’associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM); membro dell’associazione teologica italiana.

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