Con il presente post è aperto un forum di discusisone sul presente progetto "per una comunità educante" e in preparazione dell'incontro degli operatori culturali del 18 giugno a Piazza armerina. coloro che vogliono possono scrivere il loro contributo. Grazie
Apertura di un dibattito
Si vorrebbe che le comunità locali, le città, nelle loro articolazioni di uomini, di associazioni ed istituzioni divenissero comunità educanti e che venissero definite opportune “alleanze educative” tra i vari soggetti pubblici e privati presenti nel territorio.
Per questo obiettivo qualcosa si è già mosso e qualche esperienza è stata fatta ed appare importante presentarle per trarne indicazioni.
Ringrazio quanti riterranno di aprire appositi spazi nei loro blog o nelle redazioni dei giornali per favorire un confronto ampio e costruttivo su questo tema.
Ringrazio Guglielmo Borgia per aver accettato di coordinare questo confronto.
PREMESSA
Tra le esperienze in corso c’è quella della Diocesi di Piazza Armerina che brevemente racconto.
A Settembre dello scorso anno, insieme a don Ettore Bartolotta e con la piena approvazione del nostro vescovo mons. Pennisi, abbiamo costituito un gruppo di lavoro per attivare iniziative di Pastorale scolastica nella nostra diocesi.
Il gruppo visitò tutti i comuni della diocesi, ovunque accolto con grande cortesia ed interesse, e propose ad un considerevole numero di persone in rappresentanza di varie organizzazioni presenti nel territorio, comprese, qualche volta, le amministrazioni locali, tre livelli d’intervento:
1) nelle singole scuole, dalle materne alle superiori: formazione di gruppi di persone di buona volontà che si impegnino a rendere più forte l’attività educativa della scuola con particolare attenzione anche al retroterra familiare dei ragazzi; per ogni scuola va individuata una figura di coordinamento che farà anche da referente ad una rete cittadina di intervento educativo;
2) in ogni comune della diocesi: costituzione di una consulta, un organismo cittadino, che comprenda alcuni dei referenti delle singole scuole, il responsabile cittadino della pastorale scolastica, rappresentanti delle amministrazioni comunali e delle associazioni più direttamente interessate all’attività educativa; l’obiettivo è quello di rendere operativa un’alleanza educativa tra Chiesa, scuole, municipalità ed associazionismo;
3) nella diocesi: allargamento del gruppo di lavoro con la presenza di un referente scolastico per ogni comune e di responsabili dell’associazionismo cattolico; l’obiettivo è quello di approfondire il senso e le modalità dell’impegno della Chiesa per la pastorale scolastica e per una pastorale integrata che riesca a coordinare le varie pastorali d’ambito .
In tutti gli incontri è stata sottolineata la necessità di contrastare lo smarrimento dei valori fondamentali: la famiglia, il lavoro, la responsabilità, le scelte morali, ecc., ed in particolare è apparso evidente che il problema educativo riguarda tutti e che è necessario un impegno che, attraverso la definizione di opportune alleanze educative tra i vari soggetti pubblici e privati, faccia divenire le nostre comunità locali (nelle loro varie espressioni associative) delle comunità educanti; l’impegno è “laico” ed è anche fortemente centrato su un sistema di valori condivisi.
Da tutti è stata sottolineata l’opportunità che la Chiesa, in quanto organizzazione, divenisse il cuore propulsivo di questo sistema di alleanze.
E’ da questa esigenza , volutamente innestata all’interno di una iniziativa “storica” dell’ attività diocesana rivolta agli operatori culturali, che nasce l’organizzazione dell’incontro del 18 Giugno 2011.
PROPOSTE
Per definire le alleanze occorre elaborare progetti chiari ed articolati con precise ed efficienti forme organizzative.
In questa fase il ruolo di coordinamento e promozione continueranno ad averlo i coordinatori cittadini già individuati ai quali spetterà il compito di:
a) completare, al più presto, la rete organizzativa delle scuole, il primo livello, con una democratica individuazione di tutti i coordinatori d’istituto (anche delle elementari e materne) definendo almeno due punti: 1) unitarietà del progetto pur nella piena autonomia operativa delle singole scuole; 2) individuazione di un gruppo di lavoro che proponga delle linee d’intervento da inserire nel progetto educativo cittadino.
b) convocare, tra Settembre ed Ottobre, le consulte cittadine per l’educazione, secondo livello. Dalle riunioni delle consulte dovranno scaturire: i coordinatori cittadini “definitivi”e la definizione operativa del loro ruolo, i gruppi di lavoro incaricati di preparare il progetto cittadino per l’educazione. Tale progetto dovrà prevedere le attività cittadine o di quartiere da portare avanti, rivolte ai ragazzi o alle famiglie o ad altri, e che abbiano la caratteristica di poter durare nel tempo, individuando i tempi, i modi, le risorse, i ruoli delle singole istituzioni, ecc..
I contenuti dei progetti educativi cittadini sicuramente avranno alcuni elementi comuni:
1) l’esplicazione dei valori fondanti; 2) i settori d’intervento educativo: sport, musica, teatro, ecc con l’individuazione delle associazioni e degli enti che se ne occuperanno: modi, tempi, risorse, ecc.
3) il ruolo delle scuole: i POF e l’autonomia (la rete organizzativa) ; 4) il ruolo delle municipalità 5) la presenza ed il ruolo della Chiesa nelle sue forme organizzate.
Piazza Armerina Maggio 2011
Carmelo Tumino
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