mercoledì 11 maggio 2011

Il nostro impegno?


XIV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

“Vivere la fede, amare la vita”

L’impegno educativo dell’AC

(6/8 maggio 2011 - Roma, Domus Pacis, via di Torre Rossa, 94)

Comunicato n. 15

Il Presidente dell’Ac, Franco Miano:

«Il nostro impegno? Tradurre ogni giorno la nostra vocazione alla santità in concreto servizio alla Chiesa e al Paese»

Con la proclamazione degli eletti al nuovo Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e l’approvazione del Documento Assembleare (che trovate in allegato) si è conclusa la XIV Assemblea nazionale dell’Ac, che ha visto riuniti a Roma, per tre intesi giorni di confronto e dibattito, circa 900 delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia, chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio nazionale dell’Associazione per il triennio 2011/2014. Nel suo intervento conclusivo, il Presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Franco Miano, ha voluto ribadire alcune prospettive per l’Ac dei prossimi anni. Innanzitutto, «l’impegno a tradurre ogni giorno la nostra vocazione alla santità in concreto servizio alla Chiesa e al Paese. In totale, sintonia con quanto papa Benedetto XVI ha sottolineato nel Messaggio inviato all’Azione Cattolica per la XIV Assemblea nazionale». In particolare, ricorda Miano, «l’impegno per l’educazione, in linea con quanto tracciato dalla Chiesa italiana». C’è lo chiede il nostro presente, c’è lo ricorda la nostra storia. Il Presidente dell’Ac ha voluto sottolineare, infatti, come «orizzonte dell’Associazione una visione globale dell’uomo, in cui l’elemento spirituale è il centro da cui tutto si dipana. C’è l’hanno insegnato coloro che ci hanno preceduto con la loro testimonianza, da Giuseppe Toniolo a Vittorio Bachelet, da Armida Barelli a Piergiorgio Frassati, da Alberto Marvelli a Pina Suriano; e con loro la lunga schiera di santi e beati dell’Azione Cattolica». Altro punto che sta a cuore al Presidente Miano è l’impegno culturale e politico: «Lo stesso papa Benedetto XVI, ci ha ricordato più volte, come in una piena prospettiva educativa rientri anche la formazione culturale e politica, l’una non disgiunta dall’altra, poiché l’una richiama l’altra. L’educazione culturale dà spessore e sostanza al discorso della formazione politica, che a sua volta dà prospettiva e concretezza all’impegno culturale». Passaggio successivo, obbligato, è «la partecipe attenzione alle vicende del nostro Paese, con lo sguardo rivolto in particolare a quanto accade sulle sponde del Mediterraneo, e più in generale, nel mondo intero». In particolare, aggiunge il Presidente dell’AC, «guardando alle vicende di questi ultimi giorni, non posso che dire - ancora una volta - come da cristiani non possiamo, non dobbiamo chiudere la porta a coloro che bussano alla ricerca di pace e di vita». «Lo stesso titolo che abbiamo voluto dare a questa XIV Assemblea nazionale, “Vivere la fede, amare la vita”», sottolinea Miano, «altro non vuol dire che camminare lungo le strade di questo mondo a passo di santità. Portando l’altro con noi, non lasciando indietro nessuno. Vuol dire impegno alla costruzione del bene comune; vuol dire dedizione piena alla vita delle persone che abitano questo nostro amato Paese, di cui, con gioia e gratitudine nei confronti del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbiamo anche noi festeggiato i 150 anni di Unità nazionale». Il Presidente dell’Azione Cattolica ricorda «come i cattolici, oggi come ieri, possono continuare ad essere quel tessuto morale su cui l’Italia ha fondato buona parte della sua esistenza, e possono offrire una solida base di riferimento anche in momenti difficili come sono quelli attuali». Aiutando in particolare le generazioni più giovani a formarsi e «a sviluppare capacità di analisi e di approfondimento, a prendere posizione, senza mai snaturare, o svendere i valori fondamentali: la vita, la solidarietà, la giustizia, la pace. Incoraggiando e sostenendo l’impegno sociale e civile a servizio della comunità nazionale». A conclusione dei lavori della XIV Assemblea dell’Ac, i delegati presenti hanno voluto dare due segni, piccoli ma tangibili, della propria vicinanza a due realtà che di certo hanno bisogno del aiuto di tutti. 3500 euro sono stati raccolti e consegnati alla diocesi di Agrigento per attività a sostegno dell’emergenza immigrazione. Altri 2500 euro serviranno invece a finanziare tre borse di studio per altrettanti ragazzi delle scuole interetniche di Sarajevo.

Roma 8 maggio 2011

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