venerdì 22 febbraio 2013
Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2013-2014
Cari studenti e genitori,
nelle prossime settimane sarete chiamati a esprimervi sulla scelta di avvalersi
dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc).
L’appuntamento si colloca in un tempo di crisi che investe la vita di tutti. Anche la scuola e i
contesti educativi, come la famiglia e la comunità ecclesiale, sono immersi nella medesima
congiuntura. Noi Vescovi italiani, insieme e sotto la guida di Benedetto XVI, animati dallo Spirito
Santo che abita e vivifica ogni tempo, vogliamo ribadire con convinzione che la «speranza non delude»
(Rm 5,5).
Sono proprio i giovani – ricorda a tutti il Santo Padre – che «con il loro entusiasmo e la loro
spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo… Essere attenti al mondo giovanile,
saperlo ascoltare e valorizzare, non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la
società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace. Si tratta di comunicare ai giovani
l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio
del Bene» (BENEDETTO XVI, Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace, 8 dicembre 2011).
Noi Vescovi vogliamo anzitutto ascoltare le domande che vi sorgono dal cuore e dalla mente e
insieme con voi operare per il bene di tutti. Lo abbiamo fatto nel redigere le nuove indicazioni per l’Irc
nella scuola dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo, con l’impegno di sostenere una scuola a
servizio della persona. Siamo persuasi, infatti, che la scuola sarà se stessa se porterà le nuove
generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione. L’Irc, oggi come
in passato, aiuterà la scuola nel suo compito formativo e culturale facendo emergere, “negli” e “dagli”
alunni, gli interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la donna, sulla nascita, sul lavoro,
sulla sofferenza, sulla morte, sull’amore, su tutto ciò che è proprio della condizione umana. I giovani
domandano di essere felici e chiedono di coltivare sogni autentici. L’Irc a scuola è in grado di
accompagnare lo sviluppo di un progetto di vita, ispirato dalle grandi domande di senso e aperto alla
ricerca della verità e alla felicità, perché si misura con l’esperienza religiosa nella sua forma cristiana
propria della cultura del nostro Paese.
Cari genitori, studenti e docenti, ci rivolgiamo a voi consapevoli che l’Irc è un’opportunità
preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell’infanzia fino ai differenti percorsi del secondo ciclo
e della formazione professionale, perché siamo convinti che si può trarre vera ampiezza e ricchezza
culturale ed educativa da una corretta visione del patrimonio cristiano-cattolico e del suo peculiare
contributo al cammino dell’umanità.
Riteniamo nostro dovere di Pastori ricordare, a tutti coloro che sono impegnati nel mondo della
scuola, le parole del Papa per questo Anno della fede: «Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente
bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del
Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che
non ha fine» (BENEDETTO XVI, Porta fidei, n. 15).
Roma, 26 novembre 2012
LA PRESIDENZA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
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